La
verità mi invase all'improvviso, non appena aprii gli occhi quella
mattina, con la forza devastante dell'acqua che rompe gli argini e
fuoriesce: non mi sarei mai sposata, non avrei mai trovato marito,
non avrei mai avuto una famiglia.
Credo
che lo sapessi da sempre, ma credo anche che rifilare quella
consapevolezza in fondo, il più possibile, nella mente mi aiutasse
ad andare avanti, giorno dopo giorno, nella realtà cupa e routinaria
della mia esistenza.
Pensavo
che per cambiare la mia vita avrei dovuto semplicemente cambiare
aria, residenza, lavoro. Credevo che fosse il mio paese isolato e
fuori dal mondo a impedirmi di realizzare il mio sogno. Mi sbagliavo
e di brutto. E ora, conoscendo lui, mi resi conto che non ci sarei
mai riuscita, che per me era così e basta, senza vie d'uscita.
Perchè
poi mi fosse venuto quel pensiero così bislacco non lo sapevo.
Ciò
che mi legava e mi avrebbe legato per sempre a quel piccolo luogo
sperduto erano legami sottili, tanto da sembrare inesistenti, e allo
stesso tempo così forti e indissolubili da non poter essere spezzati
in alcun modo. Come avrei potuto lasciarmi tutto alle spalle
definitivamente senza avere la possibilità di ritornarci mai più? I
miei genitori, che avrei potuto tranquillamente abbandonare in vita,
non avrei potuto lasciarli soli nel momento del bisogno e della
morte.